Oggi assunto a simbolo di tutte le arti marziali, il ciliegio venne adottato dai samurai quale emblema di appartenenza alla propria classe. Nell'iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia. Un antico verso ancora oggi ricordato è "hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士) che tradotto significa "tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero".

Coincidendo con l’equinozio di primavera, la fioritura del ciliegio rappresenta la rinascita, il rinnovamento, la forza vitale insita in tutte le cose di questo mondo. Un simbolo di vita, dunque, ma anche del suo naturale “opposto”: il fiore di ciliegio, appena raggiunge il massimo del suo splendore, si stacca e muore, viene portato via dal vento e con esso si disperde. La vista di un ciliegio in fiore è davvero emozionante: fa emergere prepotentemente nel nostro animo sentimenti apparentemente contraddittori, di gioia ma anche di sgomento, di smarrimento. Il fiore di ciliegio è testimone del fatto che la vita è un dono meraviglioso, ma anche che dura poco.
Si narra che il colore dei fiori del ciliegio in origine fosse candido ma che, a seguito dell’ordine di un imperatore di far seppellire i samurai caduti in battaglia sotto gli alberi di ciliegio, i petali divennero rosa per aver succhiato il sangue di quei nobili guerrieri. Anche quelli che, tra i samurai, secondo il loro codice d’onore, decidevano di suicidarsi, sembra fossero solito farlo proprio sotto gli alberi di ciliegio
Le nostre paure più profonde, variamente camuffate, trovano origine in quella che forse è la più grande di tutte le paure: la paura della morte. Tema ben noto ai guerrieri samurai, educati alla concezione non dualistica di vita-morte.

Il guerriero è consapevole che è solo di passaggio sulla terra, e che il suo vivere è magnifico quanto effimero, esattamente come un fiore di ciliegio.


Comments (3)

On 2 agosto 2016 alle ore 00:27 , Loris Castagnini ha detto...

Bellissimo argomento trattato in maniera encomiabile.
Questa frase l'ho imparata durante la mia via nello Shiatsu passando per l'AiKiDo; mi è stata incisa nel cuore.

Arigato gosaimasu!

 
On 23 gennaio 2020 alle ore 08:55 , Unknown ha detto...

Mi è rimasta impressa nel cuore e nella mente dopo tanti anni di judo.
Onore al mio maestro che purtroppo non c'è più in questo mondo ma vive nel cuore dei suoi allievi.

 
On 22 gennaio 2021 alle ore 14:15 , Aleccia ha detto...

Il samurai in Giappone, l'Aristos o l'eroe in Greci; come scrisse Eraclito: uno per me vale diecimila, se è il migliore...